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LAVORARE NEL SOCIALE

La professione di assistente del sociale non è un lavoro semplice come molti pensano.

Non tutte le persone dispongono dei requisiti necessari per poter lavorare nel sociale, infatti voglia di aiutare ed altruismo spesso non bastano, è necessario anche saper gestire le proprie ansie, avere molta forza interiore e mantenere sempre un atteggiamento positivo nei confronti delle persone con cui si sta avendo a che fare.

Chi studia, si forma e lavora in enti e organizzazioni impegnate nel far fronte ai bisogni sociali, con contratti, obblighi precisi e competenza ovviamente deve essere pagato. Quindi si: gli assistenti sociali vengono pagati. Così come vengono retribuiti educatori, psicologici, chi lavora nelle ludoteche, gli operatori che assistono i disabili, i bambini, gli anziani, a tutti gli altri lavoratori del sociale.

Lavorare nel sociale: quali professioni si possono fare?

Hai un forte spirito altruistico e pensi che gli ambiti di lavoro che più ti permettono di esprimere al meglio le tue attitudini siano proprio il sociale e il terzo settore. Hai anche capito a grandi linee cosa significhi lavorare nel sociale. Ecco allora quali, delle tante professioni, puoi scegliere:

  • Assistente socialeLavora solitamente in cooperative, associazioni ed enti per prevenire e intervenire sulle situazioni di disagio sociale all’interno dei nuclei familiari e in qualsiasi altra situazione di bisogno. Coopera ad esempio con i Tribunali per minori, con le comunità, le case famiglia. Deve essere iscritto all’albo degli assistenti sociali [2];
  • Educatore professionale. È una categoria molto vasta. Ci sono gli educatori socio-pedagogico (lavorano nel campo dell’educazione nell’ambito di servizio assistenziali), quelli socio-sanitari, i pedagogisti. Anche loro devono avere una specifica formazione. Nello specifico una laurea;
  • L’attività dello psicologo non è solo riconducibile a chi ha un’attività di libero professionista. Anche gli ospedali hanno i loro psicologi (molto importanti sono le figure di psico-oncologo, che forniscono supporto ai pazienti oncologici e alle loro famiglie), così come le comunità, le associazioni che operano in ambito assistenziale, i servizio ospedalieri come gli hospice. Inutile dire che lo psicologo deve essere laureato e specificatamente formato.
  • Operatore socio-assistenziale (Osa)È colui che lavora all’interno di strutture pubbliche e private fornendo ogni genere di supporto e assistenza psico-fisica. Ad esempio assistere gli anziani non più autosufficienti oppure i bambini con particolari ritardi nello sviluppo oppure ancora le persone disabili;
  • Mediatore culturale. È un’altra importante figura che fa un po’ da raccordo tra persone di differenti culture. Pensiamo ai migranti che arrivano nel nostro paese. Hanno bisogno di essere capiti, compresi e abbiamo bisogno anche noi di comprendere la loro lingua e i loro bisogni. Il mediatore culturale è un ponte che unisce le sponde cultuali e linguistiche tra diverse comunità. Anche in questo caso non è una professione che si improvvisa, serve formazione ed esperienza;
  • i dipendenti di organizzazioni ed enti. Segretari, impiegati amministrativi, dirigenti, addetti alla comunicazione, ai rapporti con la stampa, logisti, tecnici, operatori inviati nei paesi in cui sono presenti progetti sociali e di cooperazione. Sono anche loro da considerarsi lavoratori del sociale. E anche le badanti svolgono un’importantissima funzione sociale.

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